Vai al contenuto

Marilyn Monroe


ICONE


« Non sono interessata ai soldi, voglio solo diventare magnifica »

(Marilyn Monroe[1])

Marilyn Monroe in una scena di Gli uomini preferiscono le bionde1953) (

Marilyn Monroe, nome d’arte di Norma Jeane Baker (Los Angeles, 1 giugno 1926Los Angeles, 4 agosto 1962), è stata un’attrice statunitense.

Il suo mito supera di gran lunga il, pur apprezzato, talento artistico di un’attrice sicuramente fuori dal comune, un “sogno proibito” per milioni di appassionati di cinema. Il fascino che emanava dal grande schermo e dalle copertine in carta patinata ha contribuito a farne un sex symbol fuori da ogni tempo; la fragilità che ha contraddistinto la sua esistenza (per molti versi tumultuosa e culminata in una morte tanto prematura quanto misteriosa) l’ha resa una vera e propria icona della cultura pop.

È stata anche una cantante dalle doti non particolarmente eccelse ma con un timbro vocale in grado di affascinare l’ascoltatore. Fra i suoi successi, quasi tutti inseriti nel contesto dei film da lei interpretati, vi è anche la celeberrima My Heart Belongs To Daddy di Cole Porter. Altri grandi successi canori di Marilyn furono Bye Bye Baby, cantata nel film Gli uomini preferiscono le bionde, e I Wanna Be Loved By You, cantata nel film A qualcuno piace caldo. La Marilyn cantante sarà tuttavia ricordata più che altro per l’intervento canoro – immortalato in un enigmatico quanto affascinante filmato video in bianco e nero con l’artista illuminata da un semplice occhio di bue – al party di compleanno del presidente Kennedy, quando intonò – con fare malizioso ed ammiccante – Happy Birthday, Mister President.

https://i0.wp.com/cartoonsnap.com/blogspot/images/CrimeRomanceComicsCOLLIDEinJailbirdsRoma_12157/MyRomanticAdventures_n49_p11_cr.jpg

Biografia

I primi anni

Marilyn Monroe

Nacque con il nome di Norma Jeane Mortenson, e fu battezzata Norma Jeane Baker nel reparto dell’ospedale della contea di Los Angeles, California, riservato agli indigenti. La madre era Gladys Pearl Monroe. I biografi concordano che l’uomo indicato come il padre nel certificato di nascita, Martin Edward Mortenson, il secondo marito di Gladys, non fosse in realtà il suo vero padre. La sua paternità non è mai stata definita in modo chiaro. Sembra più probabile che il padre fosse Charles Stanley Gifford, un impiegato delle vendite dello studio cinematografico dove la madre lavorava al montaggio. Il divorziato Gifford non volle legami e lasciò Gladys non appena lei lo informò della sua gravidanza.

https://i0.wp.com/forbiddenplanet.co.uk/blog/wp-content/uploads/2007/08/Andy%20Warhol%20Marilyn%20Monroe.jpg

Marilyn Monroe by Andy Warhol

Gladys era la figlia di Otis Elmer Monroe (18651909) e Della Hogan (18761927). Dapprima sposò John Newton Baker, che rapì i loro due figli, Robert Jasper “Jackie” Baker (16 gennaio 191816 agosto, 1933) e Berniece Inez Gladys Baker (nata il 30 luglio 1919), quando la coppia si separò. In seguito sposò Mortenson, ma i due si separarono prima che Gladys rimanesse incinta di Norma Jeane.

Non riuscendo a persuadere la madre Della ad occuparsi della bambina, Gladys si risolse ad affidare Norma Jeane a Wayne e Ida Bolender, a Hawthorne, una località a sud-ovest di Los Angeles. Norma Jeane visse con loro fino all’età di sette anni. I Bolender erano una coppia religiosa ed integravano le loro magre entrate prendendo bambini in affido. Nella sua autobiografia, My Story, scritta con Ben Hecht, Marilyn disse che era convinta che loro fossero i suoi genitori finché Ida, piuttosto brutalmente, non la corresse. Dopo la sua morte Ida disse che rimasero sempre in contatto e che avesse avuto la seria intenzione di adottarla, cosa che non poté fare senza il consenso di Gladys.

https://i0.wp.com/www.planetnik.com/USERIMAGES/MarilynSketches.jpg

Marilyn Monroe Sketch Cards

Gladys veniva in visita ogni sabato, ma non abbracciò né baciò mai Norma Jeane, nemmeno mai le sorrise. Un giorno Gladys le disse di aver comprato una casa per loro due. Qualche mese dopo il trasloco Gladys soffrì di un esaurimento nervoso. Marilyn ricordò la madre “urlare e ridere” mentre veniva portata di forza all’ospedale psichiatrico statale di Norwalk. Tra il mobilio della casa dove Norma Jeane e sua madre vissero insieme, se pur per breve tempo, c’era un pianoforte bianco. Una volta divenuta famosa, Marilyn assunse un investigatore privato per ritrovare quel pianoforte, e da allora non se ne separò mai più. “I momenti più felici della mia infanzia furono intorno a quel pianoforte,” disse. Nel 2000, molti beni di Marilyn furono messi all’asta da Christie’s e quel pianoforte bianco fu comprato dalla cantante Mariah Carey.

http://imagecache2.allposters.com/images/pic/64/040_F2001087~Marilyn-Monroe-Posters.jpg

Norma Jeane fu presa in custodia dalle autorità statali. La migliore amica di Gladys, Grace McKee, poi Goddard, divenne la sua tutrice. Dopo il matrimonio di Grace con il signor Goddard, il 4 aprile 1935[2], Norma Jeane fu mandata prima all’orfanotrofio di Los Angeles, dove rimase fino al 1938, e poi affidata a ben dodici diverse famiglie, dove subì violenze e trascuratezza. Quindi, nel settembre del 1941, Grace McKee Goddard la riprese con sé. Norma Jeane conobbe il figlio di un vicino, James Dougherty, che divenne poi il suo primo marito. Il matrimonio avvenne il 19 giugno 1942, per poi cessare con il divorzio il 13 settembre 1946. I Goddard stavano per trasferirsi sulla costa orientale degli Stati Uniti e ritennero che il matrimonio fosse una buona cosa per l’ormai teenager Norma Jeane. Era una ragazza con poca stima di sé, ma anche con un lato aggressivo ed opportunistico. Era molto più intelligente ed infelice di quanto possa far pensare l’immagine che il cinema diede poi di lei.

Marilyn Monroe-Some Like it Hot Trailer (A qualcuno piace caldo)


L’inizio della carriera

Nel 1945 Norma Jean lavorò come operaia, spruzzando vernice sulle fusoliere degli aerei. Nel suo stesso reparto lavorava Robert Mitchum, con cui si ritroverà dodici anni dopo nella “Magnifica Preda”. Un giorno un fotografo, David Conover andò allo stabilimento militare per fotografare “ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte”. Poi le foto arrivarono sul tavolo di Emmelyn Snively, direttrice della più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood. Norma Jean firmò il contratto il 23 luglio 1946. Una di queste foto, secondo la leggenda, creò un certo turbamento nel grande produttore cinematografico Howard Hughes. L’agente di Norma Jean sfruttò la voce e le fece ottenere il suo primo contratto cinematografico con la 20th Century Fox della durata di sei mesi per un compenso pari a 75 dollari. Era il 26 agosto 1948.

In My Story racconta come venne scelto il suo nome d’arte. Quando Norma Jeane disse a Grace che un impiegato della Fox aveva suggerito “Marilyn”, Grace rispose che stava bene con il nome da nubile di sua madre, Monroe, poi le disse che conservava documenti in grado di provare che Gladys fosse una diretta discendente del presidente James Monroe. Quei documenti non sono mai venuti alla luce. Il nonno materno di Marilyn, Otis Monroe, era figlio di Jacob Monroe (18311872), pertanto una tale ascendenza è piuttosto improbabile.

https://i0.wp.com/i22.ebayimg.com/04/i/000/f4/07/4fa0_1.JPG

Una storia apparsa sulla rivista a fumetti Comic Art

Gli anni seguenti furono difficili. La madre Gladys, durante il suo ricovero all’ospedale psichiatrico, sposò il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. I biografi raccontano che Marilyn frequentava il “giro delle feste” quando il 31 dicembre 1948 incontrò Johnny Hyde, un associato dell’agenzia William Morris, ad una festa data dal produttore Sam Spiegel. Anche Hyde, come Grace Goddard, credeva che Marilyn fosse destinata a diventare una grande stella ma, a differenza di Grace, aveva i mezzi per aiutarla in questo senso. Hyde aveva già scoperto Lana Turner ed annoverava Rita Hayworth tra le sue clienti. Benché sposato e vecchio a sufficienza per essere suo padre, Hyde si innamorò follemente di lei. Con la sua insistenza, la fece inserire nei cast di Giungla d’asfalto e Eva contro Eva.

La fama

Un’esibizione per le Forze Armate USA

Posò nuda per il fotografo Tom Kelley il 27 maggio 1949 e venne pagata 50 dollari. Nel calendario Miss Golden Dreams la fotografia venne riprodotta senza citare il suo nome. Nel 1952 un ricattatore la minacciò di rendere il fatto di pubblico dominio, ma lei gli rovinò i piani annunciandolo lei stessa. Quando i reporter le chiesero perché l’avesse fatto, lei fece spallucce e disse “avevo fame”. Hugh Hefner comprò il diritto di usare quella fotografia per il primo numero della sua nuova rivista, Playboy.

Hyde invecchiando le chiese ripetutamente di sposarlo, assicurandole che sarebbe stata una vedova ricca. Ma lei rifiutò. Gli voleva bene, spiegò in My Story, ma non lo amava. Secondo la biografia di Donald Spoto, Marilyn rinnovò il contratto con il produttore Joseph Schenk, ignorando Hyde per settimane. Ma quando Hyde ebbe un attacco di cuore fatale a Palm Springs il 18 dicembre 1950, Marilyn si incolpò della sua morte. Fu cacciata dalla sua casa dalla moglie e il giorno successivo al suo funerale tentò il suicidio. Subito prima di morire Hyde le aveva garantito il futuro professionale procurandole un contratto settennale alla Fox col compenso di 750 dollari alla settimana. A partire dal gennaio 1951 girò una serie di film in parti secondarie sempre più consistenti, il migliore dei quali lo realizzò quando fu data in prestito alla RKO, lo studio in cui la madre lavorava come montatrice negli anni ’20.

https://i0.wp.com/www.lastampa.it/multimedia/cultura_spettacoli/9068_album/02.jpg

Verso la fine del 1951, la Fox fu convinta del suo potenziale e le diede un buon lancio pubblicitario. Nell’aprile del 1952 apparve per la prima di numerose volte sulla copertina del prestigioso e popolarissimo settimanale “Life“. Entro il 1953 diventò la più grande star del mondo, ma era stanca dei ruoli di oca bionda che Darryl F. Zanuck le affidava. Ruppe il suo contratto e si trasferì a New York per studiare all’Actor’s Studio; creò una sua società di produzione con il fotografo Milton H. Greene. Questi cambiamenti le valsero il dileggio dell’industria del cinema. Tuttavia, quando Jayne Mansfield e Sheree North non raccolsero i successi di pubblico attesi, Zanuck si arrese. Il nuovo contratto che Marilyn stipulò le lasciava maggior margine creativo, il diritto di approvazione del regista e la possibilità di fare un film all’anno con case di produzione diverse dalla Fox. Il primo lavoro di questo nuovo periodo fu Fermata d’autobus (Bus stop). In quegli anni recitò, tra gli altri, con Cary Grant, Clark Gable, Laurence Olivier, Joseph Cotten, Richard Widmark, Jane Russell, Lauren Bacall, Ethel Merman, Charles Laughton, Tony Curtis, e Yves Montand, col quale ebbe una breve relazione durante le riprese di Facciamo l’amore (Let’s make love).

I matrimoni

Marilyn Monroe by Bottelho


« Si materializzò sulla porta come l’ultimo dei pensieri, quello che non ti capita mai in testa, quello che quando arriva fa “bang”, e per qualche minuto hai la mente vuota e non sai pensare ad altro »

(Arthur Miller, intervista rilasciata al New York Times nel 1963, riferita al primo incontro con Marilyn Monroe)

Sposò James Dougherty il 19 giugno 1942. Grace, traslocando col marito, volle che Norma Jeane si sposasse in modo da non dover tornare in orfanotrofio. Nei libri The Secret Happiness of Marilyn Monroe e To Norma Jeane With Love, Jimmie Dougherty afferma che erano innamorati e che avrebbero vissuto felici se i sogni di successo non l’avessero allontanata da lui. Al contrario, la Monroe ha sempre affermato che fosse un matrimonio di convenienza organizzato da Grace, che pagava Dougherty perché le desse appuntamento. Divorziarono nel 1946.

Nel 1951 Joe Di Maggio vide una fotografia di Marilyn con due giocatori dei Chicago White Sox, ma aspettò fino al suo ritiro per chiedere di organizzare un appuntamento con lei. Lei non volle incontrarlo, temendo che si rivelasse un tipo abbastanza convenzionale. Il 14 gennaio 1954, la loro fuga al municipio di San Francisco fu il culmine di due anni di corteggiamenti che, tramite i rotocalchi, avevano tenuto in sospeso l’intera nazione.

La loro unione fu difficile, a causa delle loro personalità in conflitto. La gelosia di Di Maggio, figlio di immigrati siciliani, mal si conciliava con la vita mondana della Monroe. Richard Ben Cramer, il biografo di Di Maggio, afferma inoltre che lui era violento. Si racconta che scoppiò una lite dopo la celeberrima scena della gonna alzata dall’aria della metropolitana in Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), filmata in Lexington Avenue a New York davanti a centinaia di fans. Il regista Billy Wilder ricordò l’espressione di rabbia sul volto di Di Maggio mentre assisteva alla scena.

Quando Marilyn annunciò il suo divorzio, adducendo la causa della crudeltà mentale, i giornali riportarono una sua dichiarazione alla 20th Century Fox in cui diceva che “le nostre carriere sembrano ostacolarsi l’un l’altra”.

https://i0.wp.com/www.ubcfumetti.com/mag/oexp29_big.jpg

Norma Jean appare insieme a Ken Parker in "Un principe per Norma" di Berardi & Milazzo

Successivamente sposò il celebre commediografo ebreo-americano Arthur Miller con cerimonia civile il 29 giugno1956 e con cerimonia ebraica due giorni dopo. Tornati dall’Inghilterra, dopo aver completato Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl), scoprirono che lei era incinta. Sfortunatamente lei soffriva di endometriosi, la gravidanza era a rischio e lei la interruppe per non rischiare la propria vita. Una seconda gravidanza si concluse con un aborto spontaneo.

Nel 1958 la Monroe manteneva entrambi, oltre a pagare gli alimenti all’ex moglie di Miller. Lui si comprò una Jaguar mentre erano in Inghilterra, la spedì negli Stati Uniti ed addebitò il tutto alla casa di produzione della moglie. La sua sceneggiatura Gli spostati (The misfits) voleva essere un regalo di San Valentino per lei, ma, quando le riprese ebbero inizio, il matrimonio era già naufragato. Il comportamento di Marilyn, sul set e nella vita domestica – a causa del largo consumo di droghe e alcol da parte dell’attrice – era piuttosto instabile: lei era particolarmente insofferente verso il marito, e fra i due si stabilì progressivamente una diversità di vedute inconciliabile. Marilyn ottenne il divorzio da Miller a Ciudad Juarez in Messico il 24 gennaio 1961.

https://i0.wp.com/www.ubcfumetti.com/kp/kp-br5.gif

Disegni di Ivo Milazzo per “Un principe per Norma”

Nel documentario del 2003 Marilyn’s Men, ritirato dalla polizia di Los Angeles, Dougherty afferma di essere stato il creatore di Marilyn Monroe. Nessun biografo ha tuttavia trovato prove né di questa affermazione, né del presunto obbligo a divorziare da lui che la Fox avrebbe imposto a Marilyn, nonostante il quale sarebbero rimasti amici fino alla sua morte. Il fatto che nel 1953 la Monroe reagì furiosamente alle dichiarazioni di Dougherty alla rivista Photoplay in cui lui dichiarò che lei l’amava sembrano smentire completamente queste affermazioni. Dougherty, che vestì in seguito la divisa da poliziotto, ha vissuto nel Maine con la sua terza moglie fino alla sua morte nel 2003, sopravvivendo, quindi, di oltre quattro decenni alla Monroe.

https://i0.wp.com/findnostalgia.com/Movie%20Poster%20Asphalt%20Jungle%20Marilyn%20Monroe.jpg

Di Maggio ritornò nella vita di Marilyn mentre il suo matrimonio con Miller stava finendo. Il 7 febbraio 1961 Marilyn, ormai dipendente da psicofarmaci ed alcol e sempre più preda di turbe psichiche, che la facevano passare rapidamente dall’euforia alla più nera disperazione, scelse un volontario ricovero in una clinica psichiatrica, in un reparto per casi di una certa gravità. Quando la permanenza nella casa di cura divenne per l’infelice attrice una vera e propria detenzione, l’ex campione di baseball riuscì a farla uscire e a trasferirla in un’altra clinica. Dopo che fu dimessa, raggiunse Di Maggio in Florida, dove lui era impegnato come allenatore della sua vecchia squadra, i New York Yankees. Il loro dichiararsi “solo amici” non impedì che sulla stampa scandalistica circolasse la voce di un secondo matrimonio. Persino Bob Hope dedicò loro la sua canzone “The Second Time Around”, nominata come miglior canzone per un Oscar nel 1960. Secondo il biografo di Di Maggio, Maury Allen, lui lasciò un lavoro da 100.000 dollari l’anno nelle forniture militari per tornare in California e chiedere a Marilyn di risposarlo.

Il 17 febbraio 1962 Miller sposò Inge Morath, fotografa della nota agenzia Magnum, che aveva, fra l’altro, documentato con straordinarie immagini in Nevada le riprese de Gli spostati. Nel gennaio 1964 debuttò in teatro il suo lavoro After the Fall, in cui compariva una bella ma tremenda bisbetica dal viso di bambina chiamata Maggie. Il personaggio, fragile psicologicamente, fece arrabbiare tutti gli amici della Monroe, che vi videro una bieca speculazione della triste condizione dell’attrice nei suoi ultimi anni di vita. Il suo più recente lavoro in scena a Broadway, Finishing the Picture, è basato sulla realizzazione de Gli spostati. Miller è morto il 10 febbraio 2005 nella sua fattoria di Roxbury in Connecticut, la stessa che aveva acquistato con la Monroe ai tempi del suo matrimonio, e che l’attrice scelse di lasciargli quando divorziarono.

La morte e gli sviluppi successivi


« Marilyn, la bimba che è in te coglie l’allegria e la promessa, la donna che è in te vede la tragedia e la mortalità »

(Arthur Miller)

Marilyn Monroe è stata trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, California, all’età di trentasei anni a causa di un’overdose di barbiturici. L’allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy aveva di recente interrotto l’amicizia con l’attrice. Tuttavia questo non sembra essere un motivo sufficiente, dato che altre ammiratrici attribuite a Kennedy (tra queste, Judith Campbell Exner, che segretamente faceva anche da tramite tra il presidente ed il gangster Sam Giancana) gli sono sopravvissute.

Il cadavere di Marilyn fu scoperto dalla signora Eunice Murray, un’infermiera assegnata a Marilyn dal suo psichiatra, il Dr. Ralph Greenson. C’è chi ritiene che, la notte della sua morte trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando furono avvisate le autorità. Durante quelle ore Marilyn sarebbe stata portata all’ospedale St. John di Santa Monica, ma l’ospedale rifiutò di accettare il caso, per l’eccessiva notorietà della vittima. Questa incerta ricostruzione, unita all’arrivo della polizia solo in piena notte, ha lasciato aperto negli anni uno strascico di speculazioni secondo cui la Murray potesse aver saputo più di quanto abbia poi raccontato.https://i0.wp.com/www.swapsale.com/toppag9.gif


È da notare che qualche giorno dopo la morte della Monroe, la Murray tentò di incassare un assegno da ventimila dollari datole dalla stessa Marilyn. La City National Bank di Beverly Hills rifiutò di pagare la Murray, dato che la notizia della morte della Monroe era da giorni di pubblico dominio. Inoltre la Murray, una vedova dai mezzi piuttosto modesti, partì due mesi dopo per una crociera in Europa a bordo della Queen Mary. La Murray mantenne negli anni l’amicizia con l’agente di Marilyn, Pat Newcomb. Successivamente, la Murray (con la scrittrice Rose Shade) diede la sua versione del decesso di Marilyn nel libro Marilyn, The Last Months, pubblicato nel 1970.

Un’indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto, ma le storie persistono. Il Dr. Thomas Noguchi, che seguì l’autopsia (oltre alla sua, anche quelle di altri personaggi celebri, tra cui Robert Kennedy, Natalie Wood e William Holden) scrisse nel suo libro Coroner che la morte di Marilyn era con alta probabilità un suicidio.

Di Maggio si occupò dei funerali. Secondo quanto riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker Miracle, che prese un aereo per la West Coast non appena ricevette la notizia, Di Maggio volle prendersi cura di tutte le pratiche e lei acconsentì. Per vent’anni, Di Maggio fece recapitare sulla tomba di Marilyn una dozzina di rose rosse tre volte alla settimana. A differenza degli altri uomini che la conobbero intimamente (o dissero di averla conosciuta), non parlò mai pubblicamente di lei e non scrisse mai un libro sulla loro relazione.

Marilyn è sepolta in un loculo al Westwood Village Memorial Park Cemetery. Aveva fatto seppellire lì anche Grace Goddard perché vi era sepolta anche la zia di Grace – che si prese cura di Norma Jeane per un breve periodo. Quando la sua carriera stava decollando, Marilyn chiese al suo truccatore personale, Whitey Snyder, di prometterle che alla sua morte si sarebbe occupato del trucco. Snyder rispose scherzando che l’avrebbe fatto se il suo corpo gli fosse portato ancora caldo. Alcuni giorni dopo, ricevette dei soldi e una nota: “Caro Whitey, mentre sono ancora calda, Marilyn”. Mantenne la sua promessa con l’aiuto di una bottiglia di whisky.

In uno dei periodi in cui Gladys non era in un ospedale psichiatrico, sposò quello che sarebbe stato il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. Nel frattempo le era stata diagnosticata una forma di schizofrenia. Uscì definitivamente dalla casa di cura nei primi anni Settanta e si trasferì in Florida, dove sua figlia, Berniece, la venne a prendere all’aeroporto. Morì di insufficienza cardiaca congestizia l’11 marzo del 1984, presso una casa di riposo. Ossessionata dalle credenze dei Cristiani Scientisti, si rifiutava di parlare di Norma Jeane o Marilyn Monroe, forse per incapacità di ricordare il passato. A quanto pare, una donna che era stata così affascinata dalle stelle del cinema da dare a sua figlia il nome di un’attrice, Norma Talmadge, non seppe mai di aver avuto come figlia una delle donne più famose della storia.

https://i0.wp.com/www3.telus.net/rojay/VosburgMarilyn.jpg

MIKE VOSBURG: MARILYN MONROE

A distanza di anni vi sono ancora parecchi lati oscuri circa la ricostruzione della morte dell’attrice. L’insolito essersi chiusa a chiave nella camera, la scomparsa delle fotografie dell’inchiesta e dei tabulati telefonici, il ritardo dei soccorsi. Anche il mistero che avvolge la sua prematura morte ha contribuito alla costruzione del suo mito.

Filmografia

Doppiaggio italiano

Marilyn Monroe è stata doppiata in italiano dalle seguenti attrici:

Curiosità

https://i0.wp.com/mexicanmemorabilia.com/sitebuildercontent/sitebuilderpictures/4831monroe-e.jpg

  • Marilyn, a partire dai trent’anni, usò spesso come cura di bellezza per il viso uno spesso strato di vaselina, sebbene sconsigliata da alcuni conoscenti esperti di cosmesi, convinti che avrebbe soltanto agevolato la crescita sul viso di peli superflui. E avevano ragione. Se, infatti, si osservano attentamente alcune immagini dell’attrice in primo piano o di profilo, scattate negli ultimi anni della sua esistenza, si nota come sulle guance, all’altezza delle basette, le sia cresciuta un po’ di peluria (bionda, poiché il suo parrucchiere aveva il compito di ossigenarla, insieme ai capelli).
  • Marilyn è nata bruna, si fece bionda ossigenata dietro consiglio di un fotografo secondo il quale in tal modo avrebbe avuto più fama.
  • Si è affermato che Marilyn avesse avuto anche alcune relazioni lesbiche, una tra le quali con Elizabeth Short, la famosa vittima di un omicidio di Los Angeles. Ma in merito a queste affermazioni non esistono tuttavia certezze.
  • La canzone Candle in the Wind (1973), scritta da Bernie Taupin ed Elton John, era dedicata a lei. Elton John l’ha successivamente riscritta per il funerale di Lady Diana Spencer.[3]
  • Tra gli improbabili fans di Marilyn si annoverano Albert Einstein e Ayn Rand.
  • Marilyn fu proposta al principe Ranieri III di Monaco come possibile moglie. Lui poi sposò Grace Kelly, la cui fama si fuse con quella del principato stesso.[4]
  • Le immagini di Marilyn sono proprietà del suo fondo e non ne è permessa la copia integrale.
  • L’assegno da ventimila dollari che Eunice Murray tentò di incassare dopo la morte della Monroe è in mostra allo Hollywood Entertainment Museum a Hollywood.
  • Hugh Hefner ha acquistato una tomba accanto a quella di Marilyn per 85.000 dollari; l’altra tomba adiacente è stata venduta per 125.000 dollari. Non vi sono altre tombe disponibili accanto alla sua.
  • Da alcune fotografie di Joseph Jasgur pubblicate nel 1946 nacque il mito che Marilyn avesse sei dita per ogni piede. Due delle fotografie, pubblicate in The Birth of Marilyn: The Lost Photographs of Norma Jeane, possono farlo pensare, ma è solo effetto della luce, come dimostrato da altre fotografie. Dato che non vi sono altre prove in merito, la storia è comunemente considerata una leggenda urbana.
  • Marilyn vinse nel 1946 il concorso di bellezza per Miss Carciofo.
  • Marilyn dovette indossare due paia di slip bianchi per girare la scena della grata della metropolitana in Quando la moglie è in vacanza. Una decisione presa dal gelosissimo marito Joe di Maggio per impedire alla folla di vedere troppo.
  • Il regista Billy Wilder (che con Marilyn ha diretto Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo) disse che Marilyn aveva un seno di granito ed un cervello di groviera. In altre occasioni ha detto che Marilyn era un genio, si può quindi dire che la loro relazione fosse piuttosto incostante.
  • Marilyn, durante la prima infanzia, visse nell’illusione di essere figlia di Clark Gable, a causa della somiglianza di uno degli uomini che la madre le indicò come suo padre con il celebre interprete di Via col vento. L’attrice dichiarò in varie interviste di essere entusiasta dell’opportunità di poter lavorare con il divo nel film Gli spostati, che fu la sua ultima interpretazione, ma anche l’ultima di Gable: un infarto lo stroncò, infatti, un mese dopo la fine delle riprese.
  • Il pubblico ha raramente guardato oltre l’immagine di scena di Marilyn, ma di lei si diceva che fosse piuttosto intelligente, ancorché nascosta dietro il cliché della bella bionda svampita. Lei rimpianse sempre di non aver potuto continuare gli studi, scrisse poesie e fu molto appassionata di letteratura.
  • Il fotografo George Barris ha scattato le ultime fotografie di Marilyn in vita, ma ha rifiutato per molti anni di permetterne la pubblicazione.
  • Pare che Marilyn Monroe, per mettere in risalto la propria andatura ancheggiante, calzasse scarpe con i tacchi di diversa altezza.
  • Era solita dormire svestita, dimostrazione ne è l’espressione “Io dormo solo con due gocce di Chanel” da Marilyn pronunciata nella pubblicità tramite la quale sponsorizzava appunto il profumo Chanel n° 5.
  • Quando il medico legale diede il nulla osta per il funerale dell’attrice, dopo l’autopsia, i suoi più stretti collaboratori prepararono la salma per la camera ardente. Whitey Snyder, fedele truccatore di Marilyn da alcuni anni, si occupò di rendere per l’ultima volta il suo volto sfavillante di luce e di colori. Le fu poi fissata sulla testa la parrucca bionda e liscia con frangetta che aveva portato nel film Gli spostati. Una sua collaboratrice ottenne che Marilyn indossasse per l’estremo viaggio un abito verde di Emilio Pucci che l’attrice aveva acquistato recentemente. Poiché, dopo l’intervento del patologo, non c’era più traccia dei seni, il reggiseno fu riempito con della stoffa.
  • Alcune fonti testimoniano il fatto che Marilyn Monroe fosse l’amante del Presidente degli Stati Uniti dell’epoca: sarebbe stata uccisa dai servizi segreti per motivi di sicurezza nazionale (si riteneva che il presidente le avesse rivelato segreti nazionali importantissimi).
  • Marilyn era mancina.
  • Aveva gli occhi marroni.
  • Secondo un’intervista rilasciata da un camerire di un Hotel, Marilyn passò una notte con Elvis Presley.
https://i0.wp.com/www.premieranimation.com/media/monroe2.jpg

Canvas Marilyn Monroe

Note

  1. ^ Imdb.com
  2. ^ Storia illustrata, n.2 febbraio 1996
  3. ^ eltonjohnitaly.it
  4. ^ mistermanson.com

Bibliografia

  • (EN) The Last Days of Marilyn Monroe (su i collegamenti tra la morte di Marilyn e Kennedy) ISBN 0688162886
  • (IT) Marilyn Monroe: La vita, il mito di Giovanbattista Brambilla ,1995, Rizzoli (catalogo della mostra su Marilyn Monroe tenuta a Roma nel dicembre 1995 ed a Torino nel febbraio 1996) ISBN 88-17-24343-4

“Marilyn Monroe storia di un omicidio” di Donald H.Wolfe(Ricostruisce la vita e la morte di Marilyn Monroe con documenti inediti).

Altri progetti

Collegamenti esterni

Lascia un commento