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Little Nemo


  • Little nemo in uno dei suoi bruschi risvegli
    Little nemo in uno dei suoi bruschi risvegli
    Nome originale Little Nemo
    Creato da Winsor McCay
    Editore James Gordon Bennett Jr. , William Randolph Hearst a partire dal 1911
    1ª app. in New York Herald
    Data di nascita 15 ottobre 1905
    James Gordon Bennett Jr.
  • Domenica 15 ottobre 1905 il quotidiano New York Herald registrò un nuovo importante episodio nella sua storia piena di successi. Quel giorno, nel suo supplemento domenicale, nasceva l’inquietante personaggio di una storia a fumetti a colori, destinato a diventare famosissimo tra i bimbi, ma anche tra gli adulti, ed assurgere nella sfera degli eletti, dove si possono contare sulle dita di due mani i characters che costituiscono altrettanto pietre miliari nella epopea dei comics. Il New York Herald era un giornale di successo: sotto la spinta del suo proprietario e direttore James Gordon Bennet junior, era segnato tra i migliori quotidiani del mondo. I suoi inviati avevano l’abilità e la fortuna di trovarsi sempre nei posti dove succedeva qualcosa d’importante, tanto che si diceva: « se il Gran Lama del Tibet sta per morire, potete essere sicuri che accanto al suo letto c’è un inviato dell’Herald che gli tasta il polso ». Era stato il New York Herald a finanziare la spedizione affidata al giornalista Henry Mortom Stanley che il 10 novembre 1871 riuscì a trovare ad Ugigi sul lego Tanganica,  nel cuore dell’Africa australe, l’esploratore britannico David Livingstone, dato ormai per disperso.
  • Little Nemo

    Little Nemo

  • Protagonista indiscutibile della « belle époque », il New York Herald, quel 15 ottobre 1905 offrì agli americani un nuovo personaggio dei comics di tutto rispetto: disegnato con grande abilità, colorato talmente bene, come mai più si è visto colorato un fumetto. Il suo autore era a suo modo anche lui un personaggio eccezionale. Si trattava di Winsor McCay un illustratore nato il 26 settembre 1871. A Spring Lake, nel Michigan, destinato a diventare famoso non soltanto per Little Nemo, ma anche per i suoi film d’animazione che furono tra i primi cartoni animati nella storia della cinematografia internazionale.
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  • Completamente votato al disegno, Winsor McCay seguì la sua vocazione con passione ed ostinazione, mettendosi a lavorare fin da giovanissimo e frequentando dei corsi di prospettiva presso il professore John Goodeson. Il lavoro non era facile trovarlo e, per mantenersi, McCay per un lungo periodo dipinse scritte pubblicitarie e insegne presso un circolo. Poi, attratto dal mondo editoriale, riuscì atrovare un posto presso il giornale Cincinnati Times Star come illustratore di cronaca nera e mondana. Ai quei tempi il procedimento della stampa sui quotidiani di fotografia di attualità era ancora agli inizi e le illustrazioni dovevano essere tutte eseguite a mano. Mccay si specializzò in questo lavoro e per diversi anni continuò a disegnare matrimoni, funerali, delitti, tutto ciò insomma che oggi vediamo nei nostri giornali attraverso le fotografie. Fu un tirocinio prezioso che gli consentì di puntare più in alto, trasferendosi al giornale concorrente del Times Star, il Cincinnati Exquirer, dove incominciò a produrre fumetti, mentre si dedicava appassionatamente a realizzare le migliaia di disegni necessari per un cartone animato che fu programmato nel 1909 con il titolo « Gertie The Dinosaur ». La sua passione per il cinema di animazione darà altri frutti: un cartone animato dal titolo « Mosquito la zanzara », e nel 1919 nientemeno che un cartone animato di cronaca, inspirato all’affondamento del Lusitania, il piroscafo colato a picco dai tedeschi, che determino la decisione degli Stati Uniti di intervenire nella prima guerra mondiale.
  • Ma la vera autentica fama di Winsor McCay e venuta dal suo fumetto apparso sul New York Herald il 15 ottobre 1905. Si intitolava « Little Nemo in Slumberland », dove « Slumber » significa torpore, sonno leggero. Slumberland (che McCay definisce « il paese più meraviglioso del firmamento ») è dunque il paese del sonno leggero, un paese di sogni turbati da bruschi risvegli. Little Nemo è un ragazzetto di 8-10 anni che vive a New York in un appartamento della media borghesia, con mamma, papà, nonna, nonno, zio, il gattino Leo e la cagnetta Millie. Quando McCay ce lo presenta per la prima volta vediamo Nemo nel suo lettino in camicia da notte, con i capelli spettinati e avvolto nelle coperte. Si è addormentato e incomincia a sognare; sogna di svegliarsi e divedere davanti al letto un pagliaccio che tiene per le briglie uno splendido cavallo di nome Somnus. Dopo un profondo inchino il pagliaccio dice: « Siete invitato a comparire davanti a Sua Maestà Morpheus  di Slumberland ».
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  • Little Nemo  esce dalle coperte, monta a cavallo e galoppa nel firmamento verso Slumberland. Si diverte tanto che ingaggia una gara con un canguro, con il risultato di essere disarcionato e cadere nel vuoto. In realtà sta cadendo sta cadendo del suo lettino e la causa del brusco risveglio è il rimbrotto dei genitori che lo riporta alla realtà. La storia di Little Nemo è in pratica tutta qui: un ragazzetto con il sonno leggero che inevitabilmente si sveglia proprio nel mezzo del suo sogno quotidiano. Per anni l’ultima vignetta della pagina coloratissima di Little Nemo mostrerà il nostro piccolo eroe nell’attimo del quale si risveglia, caduto dal letto, o soffocato dal cuscino, o tremante di paura o di freddo o quasi piangente, dispiaciuto per il sogno interrotto.
  • Ma perché Little Nemo sogna tanto? La nonna, il nonno, lo zio e il padre non hanno dubbi: gli incubi notturni sono la conseguenza di quello che Little Nemo mangia a cena. « Tua madre » urla il papà « non dovrebbe darti tanti dolci la sera! ». E la colpa vine data alla torta con le uvette, alle noccioline sgranocchiate prima di andare al letto, al ripieno del tacchino, alle cipolle, al gelato, alle frittelle, alla torta candita, alle sardine, al baccalà o ai cetrioli. Chissà se è proprio questa la ragione unica dei sogni di Little Nemo. C’è da dubitarne, specie se si considera che proprio negli anni in cui Little Nemo appassionava i suoi lettori una volta ogni sette giorni, la psicanalisi, grazie agli studi di Sigmund Freud, stava facendo passi da gigante. I sogni sempre di più una lecita e naturale attività notturna della nostra mente, quasi un indispensabile ingrediente della nostra esistenza.
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  • C’è da costatare piuttosto che Little Nemo sogna più degli altri bambini; non c’è notte che non sogni e quello che è più curioso è che il sogno è sempre lo stesso, come se si trattasse di una lunga storia divisa in tante puntate quante sono le notti, come se fosse un interminabile sceneggiato televisivo al quale Little Nemo finisce col prenderci gusto. Little Nemo sogna più di noi forse perché ha più fantasia e perché più di noi avverte la presenza e l’attività del suo inconscio. Un caso clinico, quindi, ma soprattutto un ragazzo eccezionalmente pieno di premonizioni di quello che sarà il secolo che stiamo vivendo.
  • Nonostante l’incalzare di scene e di avvenimenti da una domenica all’altra, il fumetto « Little Nemo in Slumberland » ha uno schema molto semplice. In Slumberland vive un re di nome Morpheus, il quale ha una figlia principessa che si è innamorata di Little Nemo preferendolo a tanti altri possibili fidanzati. La principessa desidera che Little Nemo si unisca a lei e piange e si dispera. Il padre ordina ai suoi consiglieri e a molti abitanti del regno di andare a cercare Little Nemo e di portarlo in Slumberland. Abbiamo visto il primo tentativo fallito da parte del pagliaccio, ma nelle settimane successive molti altri si dedicheranno a questo compito. Nel secondo fumetto, quello del 22 ottobre 1905, Little Nemo sognò di sprofondare nel suo letto nel pavimento, di raggiungere un bosco popolato di fragilissimi e giganteschi funghi e attraversato da un piccolo sentiero che conduceva a Slumberland.
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  • Finì naturalmente per toccare un fungo e per distruggere l’intera foresta che gli cadde addosso facendolo svegliare. I tentativi di raggiungere Slumberland si rinnovarono ogni domenica. La terza volta il solito volenteroso suddito di re Morpheus  lo fornì di trampoli per attraversare un terreno pieno di cactus e di cespugli spinosi, ma Little Nemo venne a trovarsi in mezzo a un gruppo di cocorite dalle zampe smisuratamente lunghe che lo fecero incespicare e cadere, con il risultato di farlo svegliare.
  • La quarta volta tentò invano di raggiungere Slumberland a nuoto, avendo trovato il suo letto circondato da un vero e proprio lago. Una domenica fece il suo tentativo la ballerina Cheecaumo che, se fosse riuscita a portare Little Nemo a Slumberland, sarebbe divenuta regina del balleto fatato. Un’altra volta Nemo volò verso Slumberland a bordo del suo letto ma poi precipitò nel vuoto. Tra tanti incubi, nella settimana di Natale, una nota lieta: nel sogno incontrò Babbo Natale che lo portò nel suo deposito di doni, pieno di tamburelli, cavalli a dondolo e leccornie di ogni genere, ma il solito improvviso risveglio lo tradì.
  • Nella cameretta di Little Nemo successero cose incredibili: una volta trovò un leone sotto il letto, un’altra volta nevicò. Di domenica si rinnovarono i tentativi di Little Nemo di raggiungere Slumberland mentre la principessina figlia di Morpheus si disperava sempre di più. Lo scopo venne raggiunto il 4 marzo 1906: c’erano volute 24 settimane.
  • Ma i guai non erano ancora finiti: per entrare nel palazzo del re ci furono da superare il muro e una serie interminabile di cancelli e di portoni. Per fare il suo ingresso nella sala del trono, Little Nemo attese fino al 24 giugno 1906, ma intanto incontrò un personaggio molto importante che sarebbe stato suo compagno di avventure per anni interi: il pagliaccio Flip Flap che, geloso della nsimpatia che la principessa dimostrava per Little Nemo, fece di tutto per contrastargli il cammino e per costringerlo continuamente a svegliarsi. Flip era un pagliaccio con la statura di un ragazzo, ma con il viso dell’uomo vissuto, portava perennemente un lungo sigaro in bocca e in testa un lungo cilindro con su scritto la parola « Svegliati! ». Era un componente decaduto della famiglia Alba e aveva il potere di far nascere il sole, interropendo così i sogni di Little Nemo. L’8 luglio 1906 Nemo e la principessa si incontrarono e la settimana successiva si diedero il primo bacio. Quindi compirono una lunga e accurata visita alle stranezze di Slumberland, popolata di pagliacci, soldati, ballerine, e di comparse in costumi antichi, medioevali e settecenteschi. Il giro finì nella reggia dove Morpheus organizzò una grande festa.
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    Little Nemo e la Principessa di Slumberland sull'elefante

  • Flip continuò a tormentare e a fare brutti tiri a Little Nemo ma poi i due diventarono amici e compirono un viaggio nell’universo che li portò a combattere contro pirati e contro gli indigeni selvaggi (e qui un simpatico negretto che pronunciava parole incomprensibili si unì a loro), a visitare la Luna e Marte e infine a tornare sulla Terra arrivando a New York e vivendo lunghi incubi tra i grattacieli della città che Little Nemo fu costretto a scalare come se fossero montagne.
  • L’avventura pare quasi interminabile e l’ultimo quadretto di ogni puntata è sempre dedicato al brusco risveglio di Little Nemo che, a seconda dell’andamento del sogno, ha reazioni diverse. « Sono contento di essermi svegliato », « perché non posso fare sogni più belli? », « non sarà questo cuscino che mi fa fare sogni orribili? », dice quando il risveglio interrompe una avventura sfortunata. Oppure : « Perché mi hai svegliato, mamma? », « ma perché devo sempre svegliarmi? » dice quando il risveglio interrompe un sogno felice. La reazione dei genitori, dei nonni e dello zio di Little Nemo sono altrettanto immediate: « Basta con questi sogni! » dice lo zio; « Non potresti sognare senza svegliare tutti? » urla il padre; « Ti romperai il collo con il tuo sognare! » lo ammonisce il nonno; « Non potresti sognare senza fare tutto quel rumore? » oppure « Ma perché non puoi dormire tranquillo come tutti i bambini? » gli chiede la mamma.
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  • I sogni di Little Nemo sull’Herald continuarono fino al 1911, quando Winsor McCay entrò nel gruppo editoriale di William Randolph Hearst, lavorando come illustratore nei quotidiani New York AmericanLos Angeles  Examiner. Cercò subito di riprendere le storie di Little Nemo con la nuova serie « In the Land of Wonderful  Dreams » ma le tavole a colori durarono solo fino al 1912 cioè per qualche mese. Per tre anni dal 1924 al 1927, McCay interruppe la collaborazione con Hearst e rientrò al New York Herald tornando alle tavole domenicali di Little Nemo con nuove mirabolanti avventure nel mondo dei sogni. Nel 1927 passò di nuovo nelle file dei collaboratori di Hearst e di Little Nemo non si sentì più parlare. Winsor McCay morì nel 1934. e
  • I suoi disegni di Little Nemo costituiscono un punto obbligato della storia dei fumetti ma anche di quella della grafica:  McCay fu decisamente il più raffinato volgarizzatore del Liberty, maestro ineguagliabile nell’adattare il suo invidiabile patrimonio cromatico alle limitate possibilità tecniche offerte dalle macchine che stampavano i supplementi domenicali. Ma soprattutto McCay viene indicato come il precursore del fumetto di fantascienza e di quello psicologico e precursore del surrealismo grafico che avrebbe avuto tanto da dire dagli anni venti in poi. Little Nemo (con il nome italianizzato di Bubi) fu pubblicato in Italia dal Corriere dei Piccoli dal 1912 al 1914 e poi su Topolino nel 1935. Qualcuno ha intravisto in Little Nemo il simbolo del 900. A noi piace ricordarlo sdraiato nel suo lettuccio mentre esprime ad alta voce il suo inalterabile desiderio: « Io voglio sognare! » oppure quando, reduce da un terribile sogno, si sveglia di soprassalto gridando: « Mamma, non voglio invecchiare! ».
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