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Cowboy BeBop è la storia di un cacciatore di taglie del futuro, Spike Spiegel, un cowboy dello spazio, dei suoi compagni (Jet Black, Faye Valentine, Edward ed Ein il cane), e dei loro viaggi attraverso il sistema solare. Sono cacciatori di taglie che lottano per sopravvivere in un mondo che è una combinazione di passato, presente e futuro. Un futuro molto remoto che ha però in sé uno spaccato della società attuale, mentre il passato invece è simile agli anni ‘30. Tutti hanno un passato misterioso, segnato da amori travagliati e passioni difficili che anche a fine serie restano tali; ci sono navi spaziali e casinò interstellari fianco a fianco con personaggi dai sombrero calati sugli occhi e strade intersecate da vecchi semafori. Per ogni nuova caccia che intraprendono alla ricerca (quasi sempre senza successo) di un criminale e della sua taglia, vengono introdotti nuovi personaggi nello show e i protagonisti esplorano nuovi paesaggi cosmici.
Anime
La serie televisiva si compone di 26 episodi. Il canale televisivo TV Tokyo, pur accettando per la trasmissione 12 episodi della serie (gli episodi 2, 3, 7-15 e 18), si rifiutò di trasmettere i rimanenti ritenendoli troppo violenti per il suo pubblico. Questi episodi andarono in onda dal 3 aprile 1998 al 19 giugno. Successivamente quello stesso anno la serie venne trasmessa completa sul canale satellitareWOWOW, a cominciare dal 23 ottobre e fino al 23 aprile 1999. In Italia l’anime è stato raccolto in una serie di 6 DVD pubblicati dalla Dynamic Italia, nel 2005 è stata ripubblicato in un cofanetto da 4 DVDShin Vision; i DVD includono anche schede sui personaggi e contenuti speciali come il “Making of” o alcuni brani della colonna sonora; inoltre è stato trasmesso in versione integrale dall’emittente MTV nelle serate di Anime Night.
Altre edizioni all’estero sono state trasmesse su:
Serie TV
Lista episodi
Session # |
Titolo |
Prima TV TV Tokyo |
Prima TV WOWOW |
1 |
Asteroid Blues |
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23/10/1998 |
2 |
Stray Dog Strut |
03/04/1998 |
30/10/1998 |
3 |
Honky Tonk Women |
10/04/1998 |
06/11/1998 |
4 |
Gateway Shuffle |
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13/11/1998 |
5 |
Ballad of Fallen Angels |
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20/11/1998 |
6 |
Sympathy for the Devil |
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27/11/1998 |
7 |
Heavy Metal Queen |
17/04/1998 |
04/12/1998 |
8 |
Waltz For Venus |
24/04/1998 |
11/12/1998 |
9 |
Jamming With Edward |
01/05/1998 |
18/12/1998 |
10 |
Ganymede Elegy |
08/05/1998 |
01/01/1999 |
11 |
Toys in the Attic |
15/05/1998 |
08/01/1999 |
12 |
Jupiter Jazz Part I |
22/05/1998 |
15/01/1999 |
13 |
Jupiter Jazz Part II |
29/05/1998 |
22/01/1999 |
14 |
Bohemian Rhapsody |
05/06/1998 |
29/01/1999 |
15 |
My Funny Valentine |
12/06/1998 |
05/02/1999 |
16 |
Black Dog Serenade |
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12/02/1999 |
17 |
Mushroom Samba |
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19/02/1999 |
18 |
Speak Like a Child |
19/06/1998 |
26/02/1999 |
19 |
Wild Horses |
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05/03/1999 |
20 |
Pierrot le Fou |
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12/03/1999 |
21 |
Boogie Woogie Feng Shui |
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19/03/1999 |
22 |
Cowboy Funk |
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26/03/1999 |
23 |
Brain Scratch |
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02/04/1999 |
24 |
Hard Luck Woman |
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09/04/1999 |
25 |
The Real Folk Blues Part I |
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16/04/1999 |
26 |
The Real Folk Blues Part II |
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23/04/1999 |
- Di seguito sono elencati i principali personaggi e i doppiatori (sia in giapponese che in italiano):
- Sono state scritte due serie di manga, basate sulla serie televisiva:
- Analisi di un successo planetario
È stato suggerito che il consenso ottenuto dalla serie sia stato in gran parte dovuto alla natura stratificata della sua trama. Questa segue il filo conduttore costituito dalle avventure di una squadra di cacciatori di taglie in un mondo futuro, la storia è principalmente incentrata sui personaggi e le loro interazioni. Ognuno ha una propria storia personale, che plasma il suo aspetto, personalità, interazioni interpersonali, desideri e motivazioni.
Un elemento distintivo di grande impatto è l’attenzione per la personalità complessa e profonda dei suoi personaggi: Jet, Spike, Faye, Ed, Julia e Vicious sono ciascuno estremamente diverso dall’altro, attratti e divisi da misteriose forze del destino e della psiche. A questa associazione si accompagna una storia che scorre liberamente, pesantemente influenzata dalla cultura americana, nella fattispecie i movimenti jazzanni 1940 ( da cui deriva il bebop del titolo) e con diverse sequenze di azione ben coreografate (si spazia dagli scontri tra astronavi ai combattimenti corpo a corpo).
Un altro motivo del successo incontrato è da ricercarsi nella ricchezza e fantasia (non scevre di incongruenze narrative) dimostrate nella realizzazione dello scenario in cui le avventure sono ambientate: l’intero sistema solare, modificato dall’azione di antropizzazione della colonizzazione spaziale (un poco come il ‘terraforming’ di Aliens – Scontro finale), è diventato una serie di mondi che riflettono la somiglianza con i luoghi della vecchia Terra, divenuta parzialmente inabitabile a causa della distruzione del gate lunare, un’incidente nelle tecnologie usate per padroneggiare lo spazio a differenza di fase (in questa maniera viene chiamato il “più canonico iperspazio“) allo scopo di viaggiare nel sistema solare.
Venere è, prevedibilmente, molto calda, ciò che stupisce è una certa somiglianza con luoghi del Medio Oriente, quali ad esempio la Turchia. Marte ricorda l’Australia, Titano i deserti terrestri (con tanto di scorpioni!), mentre Io si presenta come la copia della Russia settentrionale, con tanto di scritte in cirillico. Di Plutone si dice che abbia un carcere di massima sicurezza, ma purtroppo non ci viene mostrato come tale pianeta estremo appaia dopo la colonizzazione. Ganimede, infine, è una dolcissima riedizione e mescolanza di note città costiere, una Venezia dal sapore vagamente tecnologico.
I pianeti sono collegati da una sorta di “autostrada spaziale”, anzi a differenza di fase, che consiste in una serie di anelli che accelerano e convogliano il traffico dei veicoli, a metà strada tra camion e navi, che viaggiano tra i pianeti. Questo immenso meccanismo è regolato dai principi dello spazio a differenza di fase, ma è anche assai chiaramente ispirato al concetto dei solenoidi. La tecnologia dei gate ha dei precisi limiti, il più importante dei quali è l’obbligo per le astronavi di entrare e uscire dallo spazio a differenza di faseSistema Solare, rendendo lo scenario descritto assai assimilabile ad una probabile realtà futura. Non vi sono extraterrestri in tale immaginario, che si limita purtroppo al solo sistema solare, quasi che nella realizzazione del gate i terrestri avessero raggiunto i loro limiti pratici di colonizzazione e contatto con il resto dell’Universo. utilizzando dei gate “attivi”, pena un’esistenza priva di qualsiasi interazione con lo spazio normale. Tale limitazione, forse, spiega il perché l’uomo non sia ne’ in grado di viaggiare oltre la velocità della luce ne’ di uscire dalla tecnologia del periodo, riprodotta in maniera maniacalmente precisa e dettagliata, comprende videofonini (che però hanno una struttura assai meno efficiente di quella “a conchiglia” a cui adesso sono giunti, e stranamente hanno tasti senza numeri disegnati), navi spaziali dalla struttura talvolta anfibia (come il Bebop, l’astronave madre della serie, proprietà di Jet Black), camion spaziali, stazioni spaziali adibite agli usi più svariati, ologrammi e altro ancora. Nonostante queste differenze di natura tecnologica, gli esseri umani del futuro sono ricchi di abitudini e stereotipi dal sapore straordinariamente “attuale”, che donano alla serie il sapore di un incrocio tra un noir e un film di arti marziali orientale. I tre protagonisti Jet, Spike e Faye fumano copiosamente, esistono camionisti spaziali con i loro mezzi addobbati grossomodo quanto quelli contemporanei (inclusi i calendari pornografici!) e soprattutto esiste la Mafia, che si manifesta attraverso l’Organizzazione Red Dragon, dedita agli omicidi e al traffico di potenti droghe.
La qualità dell’animazione è molto elevata. Tutto, non solo il mecha design (molto caratterizzato, a sua volta, da forme alquanto complicate e poco lineari), è curato in tutti gli aspetti. I personaggi sono disegnati in maniera abbastanza stereotipata, ma con intuizioni interessanti, come la calvizie di Jet Black abbinata al braccio bionico. Il disegno delle figure, assai secco e legnoso, ricorda per certi versi altre realizzazioni, come Lupin III (specialmente Spike), mentre Vicious ha una diretta somiglianza con Capitan Harlock, sebbene declinata in una persona diversa, malvagia, più sobria nel vestire. Il movimento delle figure e degli oggetti è studiato al meglio, i colori sono usati con effetti di chiaroscuro straordinari, come anche la ricchezza dei fondali, coloratissimi e immaginifici, nondimeno inspirati a concetti razionali (come i canyon di Marte) L’uso della grafica computerizzata, che sarebbe diventato estremamente pesante di lì a poco in molti anime, qui è molto limitato e di dubbia utilità, per cui si può definire Cowboy bebop come una delle ultime, se non l’ultima, delle grandi realizzazioni tradizionali tra gli anime.
I difetti che esistono sembrano originati essenzialmente dall’eccesso di attenzione per i dettagli, e (nella versione italiana) sono prevalentemente vertenti su incongruenze narrative (Faye, per un errore di traduzione, risulta essere stata in ibernazione per 514 anni anziché 54, rendendo così poco plausibile che possa incontrare una sua ex-compagna di scuola), ma in generale l’atmosfera che viene evocata in ogni singolo episodio, generalmente con tanto di colonna sonora dedicata, è estremamente ricca ed interessante, con suggestioni pescate dai generi cinematografici e letterari. Pare quasi che in Pierrot le fou la sarabanda finale degli animatroni sia un omaggio a Fellini o a Walt Disney, mentre le citazioni sui film di yakuza e mafia orientale, un poco alla John Woo oppure a Marlowe, letteralmente si sprecano In più vi è un’atmosfera blues che non appare solo nella colonna sonora, come nel caso di Simpathy for the devil. Forse, in ultima analisi, proprio nella ricchezza di stimoli e interpretazioni a cui ogni episodio (pochi, come ci si può aspettare da una serie di elevata qualità) dà spunto sono la spiegazione per il successo della serie, capace di stupire con la grafica come con i personaggi, la colonna sonora di Yoko Kanno, l’originalità della commistione tra generi narrativi tanto diversi