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Braccio di Ferro


  • Elzie Crisler Segar, il creatore di Braccio di Ferro e dell’allegra masnada del « Thimble Theatre », morì nel 1938 nella sua tenuta di Santa Monica in California nella valle di San Fernando. Aveva trascorso qui gli ultimi anni della sua vita, coltivando un orticello, in gran parte a rapanelli, e dedicando le ore libere al biliardo, la sua unica autentica passione. Quando, una volta, i giornalisti lo andarono a trovare a Santa Monica e gli chiesero di posare per una fotografia, lui volle atteggiarsi a Braccio di Ferro, mettendosi un berretto da marinaio e infilandosi in bocca la stessa tipica pipa del suo personaggio.

  • Esattamente come Braccio di Ferro, anche Segar aveva un tatuaggio sul braccio: anziché un’ancora, una sigla: M.P.O., cioè « Motion Picture Operator » (operatore cinematografico addetto alla proiezione). Era stato questo il suo mestiere più importante (prima di darsi al disegno dei fumetti), quello decisivo ai fini del suo avvenire, visto che i suoi primi disegni furono dedicati a Charlot che, come M.P.O, aveva proiettato tante volte.

  • Comics

    Comics

    Segar era nato a Chester, nell’Illinois, nell’ultimo decennio del secolo scorso. Da giovane aveva fatto, come è nella tradizione di ogni sellf made man americano che si rispetti, mestieri di tutti i tipi: tappezziere, suonatore di batteria, imbianchino e poi, finalmente, operatore cinematografico addetto alla proiezione.

  • Nel 1918 a Chicago ebbe l’occasione di conoscere l’anziano e glorioso Ríchard Felton Outcault, il creatore di Yellow Kid e di Buster Brown, colui che era riconosciuto il « papà » dei comics americani, e l’incontro gli fece scoprire una vocazione fin allora inconscia, quella di dedicarsi ai fumetti. Al di là della vocazione c’era evidentemente della stoffa se, nel giro di pochi mesi, Segar divenne titolare della striscia « Charlie Chaplin Comic Papers », pubblicata sul Chicago Evening Post e, quando questo giornale chiuse i battenti, sul Chicago Evening American.

  • Il passo successivo fu il trasferimento a New York, immediata conseguenza di un altro incontro decisivo, quello con Arthur Brisbane, braccio destro del favoloso magnate dell’editoría americana Wílliam Randolph Hearst, che pochi anni prima aveva fondato il King Features Syndicate. Fu proprio a questo « sindacato » che Segar, dopo il favorevole apprezzamento di Brisbane e di Hearst, passò verso il 1919, incominciando a disegnare una striscia comica dal titolo « 5,05 » e poi imponendosi definitivamente con il fumetto « The Thimble Theatre », la matrice dalla quale doveva nascere Braccio di Ferro.

    I primi personaggi di questa striscia quotidiana furono Olive Oyl (la nostra Olvia), il fratello Castor (il nostro Ricino) e il fidanzato Ham Gravy, e la storia fu completamente imperniata su Olivia, una simpatica, segaligna, ossuta, testarda e sciocca creatura che impersonava le caratteristiche del matriarcato americano. Il successo non mancò e le gags furono sempre di ottimo livello.

  • Olivia

    Ma Segar, introducendo nella storia nuovi personaggi, andava alla ricerca del character decisivo, quello al quale tutti gli altri eroi avrebbero fatto da spalla. Verso la fine del 1928 (la striscia stava ormai raggiungendo il decimo anno di vita), Olivia, Ricino e Ham Gravy decisero di compiere un viaggio per mare verso l’isola di Dice, presso la costa africana. L’incarico di trovare la nave e il pilota venne affidata a Ricino che, recatosi al porto, conobbe uno strano tipo, chiaramente guercio vestito da marinaio, alto e spietatamente magro, un po’ goffo.

    « Siete un marinaio? » gli chiese Ricino. « Vi sembra che abbia una testa da cowboy? » gli ribatté il marinaio. Con questa battuta Popeye the Sailor, cioè Braccio di Ferro, fece il suo ingresso nel « Thimble Theatre ». Popeye riapparve nella striscia del 17 gennaio 1929 e da quel momento tutta la storia fu basata su di lui: Segar aveva finalmente trovato, dopo dieci anni di tentativi, il suo eroe definitivo, il cavallo sul quale avrebbe vinto la grande battaglia del successo.

  • In pochi mesi Braccio di Ferro cambiò completamente fisionomia: si irrobustì, la sua divisa di marinaio divenne meno squallida, le sue caustiche battute più amabili e divertenti e, quel che più importa, scoprì di avere una forza insospettata. Il suo primo scontro lo ebbe con Hani Gravy, il fidanzato ufficiale di Olivia, e gli bastò un pugno per scaraventarlo a parecchi metri di distanza.

  • Poi Braccio di Ferro ci prese gusto e fece del suo pugno micidiale il tema delle sue avventure, mentre si piazzava definitivamente al fianco di Olivia come nuovo fidanzato. Ham Gravy e Castor, il petulante Ricino, si fecero da parte e una schiera di nuovi personaggi andò a circondare l’eroe.

    Anzitutto J. Wellington Wimpy, noto da noi come Poldo Sbaffini, un individuo emblematico e sorprendente: vigliacco, bugiardo, egoista, eternamente disoccupato, scaltro, dedito unicamente a procurarsi degli hamburger (non per nulla la più grande catena di tavole calde americane si chiama « Wimpy’s »), come se dovesse placare una fame ancestrale. Poldo fece la sua apparizione come arbitro di boxe nella striscia del 9 maggio 1931, quando Braccio di Ferro fu sfidato dal campione del ring Grande Tinareo.

    Poldo

    Poldo

  • La sua mania per i panini fece nascere i personaggi dell’oste Casagrossa e del professor Zupe (noto da noi come Barbaspina), entrambi gestori di trattorie nelle quali Poldo, senza spendere un soldo, pretese di divorare spuntini a tutte le ore. Il 28 luglio 1933 fece la sua apparizione Swee’Pee, noto in Italia come Pisello o Pisellino, un pargoletto recapitato dentro una cassa. Quando lo vide, Braccio di Ferro decise subito di adottarlo, esclamando: « Whoopee, I always wanted a Baby! » (« Perbacco, ho sempre voluto un bambino! »).

  • Pisellino sarà eternamente piccolo, vestito di un camicione più lungo di lui e camminerà sempre carponi, menerà pugni con il padre adottivo e dirà poche parole al di là della sua ricorrente esclamazione: « Glop! ».

  • Pisellino

    Pisellino

    Durante il 1935 fa infine la sua apparizione Eugene il Gip, uno strano cagnolino proveniente da un’altra dimensione, dotato di poteri eccezionali, e che si nutre esclusivamente di preziosissime e costosissime orchidee. Il Gip è in grado di rendersi invisibile quando vuole, non può mai dire bugie e per conoscere tutta la verità basta porgli una domanda.

  • Se se ne resta immobile, significa che vuol dire di no. Se invece china la testa e con una espressione di trionfo alza diritta la coda, significa che la risposta è: sì. A proposito del Gip, è curioso ricordare che Segar gli affibbiò nella versione originale inglese il nome di Eugene, che era quello del fidanzato della propria figlia Mary. Non si sa se il buon Eugene sia rimasto offeso dell’uso fatto dal futuro suocero del suo nome, ma è certo che la brava Mary restò presto senza fidanzato. La sposerà Bud Sagendorf, divenuto nel 1931 assistente di Segar, che avrà l’onore di proseguire le storie di Braccio di Ferro dopo la morte del disegnatore.

  • Il Gip

    Il Gip

  • Molto importante fu anche l’apparizione del padre di Braccio di Ferro, un marinaio della vecchia scuola, campione di scorrettezza, di brutalità e di mancanza di sentimento. L’arcigno, rissoso, donnaiolo e irascibile Braccio di Legno (o secondo altre versioni Papà Trinchetto) afferma di avere novantanove anni ed è tuttavia in forma fisica perfetta. Le donne sono la sua grande passione: giunge perfino al punto di nascondersi nelle carrozzine dei bimbi per farsi baciare dalle signore.

  • I suoi rapporti con il figlio Braccio di Ferro sono sempre molto bruschi e violenti; non parliamo poi di quelli con la segaligna Olivia! I migliori complimenti che i due si scambiano sono « civetta » e « vecchio gufo ». Braccio di Legno si distingue da Braccio di Ferro unicamente dalla barba: entrambi sono guerci, hanno la stessa espressione disgustata, entrambi hanno il braccio tatuato con l’ancora e hanno perennemente in bocca la loro pipa puzzolente.

  • Di questa rassomiglianza cercherà di approfittare Braccio di Legno quando si innamorerà di Olivia. Si taglierà la barba e cercherà di sposare la sua promessa nuora, scatenando la vendetta di Braccio di Ferro a base di filiali cazzotti.

  • Bruto

    Ma tutto il mondo dei personaggi di Segar ruota intorno all’insuperabile Popeye: un eroe squisitamente divertente, un caratteraccio che non manca mai di essere superiore ad ogni aspettativa.

  • E’ un formidabile pugilatore, ma anche uno straordinario incassatore. Fa quasi pietà quando subisce senza muovere un dito gli assalti dei suoi avversari che a forza di pugni lo sbattono contro le pareti, contro gli alberi, contro le rocce, lo torcono, lo schiacciano, lo tormentano in mille modi. Ma, incassata la sua gigantesca dose di colpi e di botte, Braccio di Ferro è in grado di reagire in modo fulmineo e con effetti straordinari: i suoi pugni hanno conseguenze micidiali, indiscutibili e a farne le spese sono tutti, amici e nemici, il padre novantanovenne, la segaligna Olivia, l’ingordo Poldo, chiunque insomma provochi l’irascibile eroe.

  • La sua forza ha un segreto: basta una forchettata o meglio ancora una scatoletta di spinaci per sollevarlo dalle situazioni più tristi e più disperate e per scatenarlo. Vale la pena di ricordare una striscia degli anni trenta: Braccio di Ferro entra in una trattoria e chiede: « Scusate signore, si mangiano dei buoni spinaci qui? ». L’oste si rivela per un attaccabrighe della peggior specie: « Spinaci? Bah… gli spinaci sono un cibo da signorina! ».

  • Braccio di Ferro, abbastanza calmo, reagisce dicendo: « lo li mangio tutti i giorni e non sono affatto una signorina… quanto a voi, fareste meglio a mangiarne qualche volta… ».

  • « Ah, sì? » ribatte l’altro. « Vi ripeto che gli spinaci sono cibo da signorina e da gente debole! » Braccio di Ferro comincia a non vederci più: « Smettetela di parlare male degli spinaci! ».

  • E l’altro: « Avete voglia di menare le mani? ».

  • « Precisamente! » risponde Braccio di Ferro e si scatena così una gazzarra di prima qualità, nel corso della quale il marinaio, dopo aver incassato pugni da demolire una montagna, piazza il suo fatale uppercut.

  • L’avversario stramazza a terra, poi si riprende, si siede accanto a Braccio di Ferro e ordina a sua volta: « Spinaci per due! »

  • Barbaspina

    Due professori barbuti, Lenz e Mind, cercheranno di studiare scientificamente l’eccezionale forza di Braccio di Ferro opponendogli avversari colossali, perfino un marziano pettoruto (un paio di quintali di muscoli). In vista dell’incontro l’eroe si sottopone a coscienziosi allenamenti e ad una dieta composta esclusivamente di spinaci. Questa volta è preoccupato, perché viene a sapere che i marziani stanno comprando centinaia di scatolette di spinaci per sfamare il loro campione. Tutto si risolve a favore di Braccio di Ferro e alla fine si viene a sapere che gli sciocchi marziani buttavano via gli spinaci e facevano mangiare al grassone solo le scatolette di latta.

  • In dieci anni di avventure disegnate da Segar (come si è già detto l’artista morì nel 1938), i lettori, che toccarono record raramente superati, ebbero modi di divertirsi a dismisura. Tra le avventure più belle c’è per esempio quella intitolata « Il monarca di Roccaverza ». Nel regno di Demonia muore Re Elio III e si scopre che il figlio adottivo di Braccio di Ferro, l’eternamene pargolo Pisellino, è l’erede al trono. Prima alcuni barbuti emissari del regno cercano di rapire Pisellino, poi lo stesso ministro Giuseppe Frigolini offre a Braccio di Ferro il trasferimento di tutta la famiglia a Roccaverza per dare modo al pargolo di sedersi sul trono. Braccio di Ferro, Olivia, Braccio di Legno, Poldo Sbaffini e Toro (un individuo enorme come un armadio del seicento e con una testa piccolina) partono per Demonia e si installano nella capitale.

  • Ma il regno è perseguitato da una strana genia di esseri sotterranei che perseguitano gli agricoltori rubando loro tutte le verze e la compagnia ingaggia una guerra senza respinto contro i misteriosi individui che si rivelano per dei diavoli, tutti chiamati Guglielmo. I diavoli ne combineranno di tutti i colori (basta camminare nel loro territorio per essere trascinati sotto terra!) ma alla fine Braccio di Ferro vincerà grazie ai suoi formidabili pugni.

  • Intanto Pisellino, seduto sul trono, con una corona più grande di lui, incomincerà ad alternare i suoi interminabili « Glop » con le prime parole sensate: « Per mille trinchetti! » e « Chiudi il becco », espressioni abituali del suo violento padre adottivo. Imparerà anche a valersi delle sue prerogative reali gridando: « Soldati! » ogni volta che qualcuno minaccerà di picchiarlo, facendosi così difendere dalla guardia reale al completo.

  • Braccio di Legno

    Braccio di Legno

  • In altre avventure Braccio di Legno ogni tanto scompare: ha spesso grane con la polizia e con la giustizia, viene condannato ai lavori forzati., ma se la cava sempre bene. Un giorno, per esempio, Braccio di Ferro, Olivia, Poldo Sbaffini e il Gip, viaggiando per mare, giungono su un’isola deserta e vi trovano Braccio di Legno.

    • Pensavo che fossi dentro » gli dice il figlio, quando lo incontra.

    • Mi hanno sbattuto fuori per cattiva condotta. Han detto< che rovinavo il buon nome del penitenziario. »

  • Braccio di Ferro vuole allora sapere come mai il padre sia finito su n’isola deserta.

  • « Ero su una nave » risponde Braccio di Legno « ma facevo casino e il capitano si è incavolato. Così gli ho mollato un pugno. Lui mi ha sbattuto su una zattera e sono arrivato qui! »

  • Il modo di parlare dei nostri eroi, come si vede, non è certo da salotto, ma questo frasario da trattoria molto spesso sgrammaticato fa parte del loro mondo. 1 rapporti tra padre e figlio sono dei più singolari.

  • « Non sei cambiato neanche un po’, papà. Sei più carogna che mai! » è l’abituale saluto di Braccio di Ferro quando rivede suo padre dopo una lunga separazione.

  • E il vecchio caprone (è un altro dei suoi appellativi) risponde: « Sono come sono e come sono stato per novantanove anni e mi piace essere come sono e così continuerò ad essere! ».

  • Una delle avventure più divertenti è quella che vede la famiglia di Braccio di Ferro alla scoperta della fonte della giovinezza. Basta bere due sorsi presso una certa sorgente e si ridiventa poppanti. E’ la fine che fanno tutti i nostri amici, dando luogo a scenette di un divertimento senza pari: ve lo immaginate Braccio di Legno, alto una spanna, con la sua pipa, il suo berretto e le solite parole irripetibili in bocca? Tutto si risolverà comunque grazie al succo di spinaci che ridona la normale età.

  • Quando il 28 agosto 1938 Segar firmò la sua ultima tavola (la morte sopravvenne improvvisamente), il ruolo di creatore di Braccio di Ferro passò a Bela Zaboly, a Tom Sims e a Ralph Stein, e poi finì stabilmente a Bud Sagendorf, il brillante genero di Segar che ha continuato da allora a far vivere nelle strisce di circa 600 giornali in 25 diversi paesi le avventure di un gruppo di characters tra i migliori della storia dei fumetti.

  • In Italia Braccio di Ferro è arrivato nel 1935 ed è stato pubblicato nell’anteguerra da Bombolo, Jumbo, Paperino, e Audace. Nel dopoguerra è stato ripreso da Cantastorie, Vitt, Linus e altri giornali. Tra le antologie, una è stata edita da Garzanti nel 1955 e quattro (nella collana « Oscar ») da Mondadori tra il 1968 e il 1975. Il mensile Il Mago di Mondadori ha pubblicato un altro famoso personaggio di Segar, Sappo.

  • Ancora oggi Popeye-Braccio di Ferro continua ad essere sulla cresta del successo, grazie ai fumetti e grazie ai cartoni animati di Max e Dave Fleischer che hanno imposto il personaggio al cinema e alla televisione. I coltivatori americani di spinaci, grati per l’incremento di vendite che Popeye ha procurato loro in tanti anni di onorata carriera, gli hanno eretto un monumento che ciascuno può vedere a Crystal City, un paesino del Texas.

  • Tra i tanti giudizi scritti su Braccio di Ferro, il più centrato è forse quello di Francis Lacassin: « Uno dei segreti delle storie di Segar è il muoversi dei personaggi liberamente, contro ogni convenzione. Dire brutalmente agli altri quello che si pensa di loro. Essere sgarbati con le donne di casa. Fare a pugni. Trattare male i parenti. Deglutire le minestre rumorosamente. Mangiare con le mani. E nello stesso tempo, l’astrattezza, l’irrealtà delle storie e delle situazioni, insieme agli ideali buoni e fondamentali, e al mondo magico dei lunghi racconti che danno alle favole di Segar un fascino straordinario e surreale ».

  • Biografia dell’Autore
  • Elzie Crisler Segar

    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

    Elzie Crisler Segar (1928)

    Elzie Crisler Segar (1928)

    Elzie Crisler Segar (Chester8 dicembre 1894 – Santa Monica13 ottobre 1938) è stato un autore di fumetti statunitense.

    Nato in Illinois, (USA), dopo aver svolto per un breve periodo l’attività di batterista e di proiezionista, seguì un corso di disegno per corrispondenza. Riuscì a farsi pubblicare il primo lavoro nel 1916, con una trasposizione a fumetti delle comiche di Charlie Chaplin. Dopo essere stato notato da William Randolph Hearst, uno dei magnati della stampa americana, si trasferì da Chicago a New York, dove nel 1919The Thimble Theatre, serie nella quale, dieci anni dopo, fece il suo esordio il marinaio creò Popeye, ovvero Braccio di Ferro. Nel 1929Sappo, un impiegato costretto al pendolarismo, il cui vicino di casa è uno scienziato pazzo. inventò anche

    Avambracci muscolosi e tatuati, pipa permanentemente in bocca, il marinaio guercio Braccio di Ferro non ha le certezze dei suoi colleghi che devono salvare la Terra. “Io sono quel che sono e questo è tutto quel che sono”, ripete, cercando di giustificare così tutte le sue stravaganze e l’impulsività che lo porta a cercare di risolvere tutto con un pugno ben assestato.

    Segar morì nel 1938 nella sua villa di Santa Monica in California, dopo una lunga malattia.

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