L’epoca d’oro del fumetto ha preso il via all’inizio del nostro secolo, contemporaneamente allo sviluppo della stampa quotidiana, e si è conclusa con lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Questa sezione non vuole essere un storia della comic art, ma piuttosto una galleria dei principali personaggi che ne hanno punteggiato i maggiori successi nel corso di quarant’anni e che fanno parte dei ricordi più cari e più simpatici di milioni e milioni di persone, proprio per il fatto di essere legati agli anni della fanciullezza e della gioventù di ciascuno.
Gli eroi dell’epoca d’oro del fumetto furono eroi nel vero senso della parola: sia quelli creati soltanto per far sorridere sia quelli inventati per dar vita ad avventure nella giungla, nel mondo della malavita, in quello della magia, in quello affascinate ed incondizionato della fantascienza, avendo come comune denominatore il mistero, il fascino delle cose che non accadono tutti i giorni ma che sono possibili nel mondo della fantasia.
I fumetti sono nati negli Stati Uniti e sono là divenuti la forma d’arte contemporanea più viva e popolare: il loro segreto, quello che li ha imposti in tutto il mondo, è basato sull’evasione che offrono, sul processo d’identificazione che inevitabilmente fanno scattare nel lettore, ragazzo o adulto che sia. Per questo motivo sono diventati uno dei più potenti mass media della civiltà del nostro secolo.Nati con lo scopo di divertire e creati per gratificare i figli degi acquirenti dei quotidiani, hanno finito per coinvolgere tutto il pubblico, indifferentemente dall’età e dalla condizione socio economica.
Milton Caniff, uno dei massimi esponenti della comic art, che ha portato il fumetto ad un notevole livello artistico e che fa un pò da ponte tra l’età d’oro e quella contemporanea (posteriore alla fine dellla seconda guerra mondiale), ha scritto: « Gli artisti dei fumetti si divertono con il loro lavoro. Alcuni sono frivoli, altri molto seri. Tutti quandi siamo però impegnati a parlare quotidianamente alla gente, rendondola più felice e più pensierosa, o anche più critica e aperta. Per tanti anni noi abbiamo lavorato con serietà, responsabili verso i lettori come una società verso i suoi azionisti. Il pubblico è il nostro giudice: cento milioni di persone non possono sbagliare tutte assieme ».
Per le pagine relative all’argomento vedere sotto alla presente sezione, sempre nella sidebar del blog.
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Approfondiamo insieme le origini e le peculiarità del fumetto per meglio apprezzarne il fascino. Il fumetto nasce negli Stati Uniti nel 1895 (lo stesso anno di nascita del cinema,guarda caso!), quando su un giornale compaiono le prime vignette di Yellow Kid, di Richard Felton Outcault. Yellow Kid è un monello di quartiere che indossa un largo camicione giallo, sulla cui superfice appare un testo scritto, che esprime i pensieri del personaggio. È la prima volta che accade una cosa del genere: testo e disegno insieme. Da quel momento lo sviluppo è rapidissimo: Affiancando più vignette nasce la striscia a fumetti (ancora oggi quasi tutti i quotidiani americani hanno la loro), più strisce sovrapposte fanno una tavola ( e negli anni Trenta l’America si riempie di questo tipo di fumetti), più tavole spillate insieme fanno un albo a fumetti, il famoso comic book americano ( e a questo punto siamo nel secondo dopoguerra). I comics USA raccontano storie a puntate dalla fortissima continuità: il lettore è catturato e costretto a seguire trame tremendamente complesse, che si sviluppano nel corso anche di anni e che vengono divise in puntate molto brevi segnate – alla fine di ciascuno episodio – dal classico cliffhanger: la sospensione della trama in un momento di massimo dramma, capace di generare forte aspettativa in chi sta leggendo, tanto da tenerlo “appeso” alla storia, costringendolo a seguire anche la puntata successiva. Dalla metà degli anni Settanta agli albi a fumetti si aggiunge un prodotto nuovo: la graphic novel, veri e propri “romanzi a fumetti”, non serializzati, che raccontano vicende chiuse in se stesse. Dalla fine della seconda guerra mondiale il fumetto invade il mondo, e nei vari paesi assume connotazioni assai diverse. Per esempio, i fumetti francesi sono da sempre prodotti estremamente “preziosi” sotto tutti i punti di vista: anche le serie assomigliano, per qualità, a delle graphic novel, e quasi sempre una serie è curata da un solo sceneggiatore e un solo disegnatore, che lavorano a stretto contatto. I manga giapponesi come i comic book americani, presentano storie lunghissime ed estremamente articolate, racchiuse in un unico flusso narrativo. In Giappone di solito gli autori fanno tutto da soli; scrivono e disegnano. In Italia: se escludiamo il caso dei grandi autori (Pratt, Magnus, Manara, Crepax, Jacovitti, Pazienza) che lavorano o lavoravano “in solitaria”, il fumetto classico all’italiana ( i fumetti della Bonelli, per intenderci) è un lavoro di squadra. La ragione è che gli albi sono di solito molto lunghi, hanno precise esigenze di serialità è uscite in edicola assai frequenti, così che ogni serie deve contare su un nutrito staff di autori (sceneggiatori, e disegnatori).